Va in scena la 33^ giornata di campionato al Franchi di Firenze per le aquile imperiali biancocelesti che affrontano la Fiorentina e si impongono con il risultato di 3-4 grazie alla doppietta di Luis Alberto, Caceres e Felipe Anderson.

Ancora il 3/4/2/1 per la squadra di Inzaghi che per tenere il passo dell’Inter deve obbligatoriamente vincere, alla partenza della gara si capisce subito l’atteggiamento sfrontato degli uomini biancocelesti che accettano l’uno contro uno nel reparto difensivo rischiando qualcosa.

Il primo episodio della gara è a favore della Lazio , Sportiello in uscita su Immobile alla disperata prende la palla con le mani fuori area di rigore, espulsione diretta per l’estremo difensore, viola che rimangono in 10 cambio obbligato per far entrare Dragowsky esce Eysseric.

Da li a poco inizia il Damato show, l’arbitro più scarso ed insicuro del globo, al 14^ Murgia interviene pulito su Chiesa (non sarà mai un grande campione ma solo un simulatore) e l’arbitro pugliese s’inventa il fallo da ultimo uomo ed espelle Murgia, ristabilita la superiorità numerica.

Dalla punizione fischiata ne scaturisce il vantaggio viola, Lazio con rabbia che reagisce subito, de Vrij da corner va vicino al pari, ma subito dopo deve lasciare il campo per far posto a Felipe Anderson.

Dunque Inzaghi decide di giocare con una difesa a due, ed una squadra senza senso alcuno, ma con tanta di quella qualità da far invidia al Brasile del ’58 o dell’Olanda del ’74, Felipe Anderson entrato con impatto positivo in partita, ha una grande occasione che spreca passando alla palla ad Immobile anziché tirare.

Veretout, che stasera era in serata di grazia, viene omaggiato dallo scarso e schierato Damato di un calcio di rigore inesistente causato da Luiz Felipe, ma il giocatore brasiliano entra netto sulla palla, Lazio che si ritrova ingiustamente sul 2-0 una tegola che pesa una tonnellata.

Ancora il Damato show continua, calcio di rigore per la Lazio sacrosanto non concesso su Leiva che riceve le “coccole” da due difensori della viola in area e nonostante il Var non viene concesso, episodio che porta all’espulsione di Inzaghi per proteste.

Ma adesso siamo veramente arrabbiati, e quando fai arrabbiare una banda di fenomeni succede questo, Luis Alberto da un calcio di punizione disegna una traiettoria deliziosa sempre con il destro ,dal vertice di destra dell’area di rigore, li dove un mancino si troverebbe di più a suo agio, lui invece infila il portiere viola per il gol del 2-1 che riapre tutto, secondo gol direttamente da calcio piazzato per il mago in questo torneo.

Al 45^ del primo tempo il dio del calcio, il dio dei fenomeni, il dio dei giusti tocca la testa di Caceres, che fino ad oggi non aveva mai inciso, l’ uruguagio stacca di testa e Dragowski se la trova sul petto e palla che carambola in gol, siamo 2-2 e fine del primo tempo.

Seconda frazione di gioco che inizia con lo stesso atteggiamento con il quale la squadra ha terminato, ovvero testa bassa a cercare il gol del vantaggio, ma il dio del calcio si distrae troppo agevolmente, ed allora il solito Veratout recupera una palla mal gestita da Felipe Anderson che la passa troppo corta in uscita su Leiva, entra in area e gran gol, al minuto numero 8^ siamo 3-2 e tutto da rifare.

Dopo tutte la serie di ingiustizie ricevute ci si ritrova ancora una volta ad inseguire, ma i fenomeni non hanno paura, rimettono la palla a terra e senza sapere nemmeno come ,volano sul campo come degli aliscafi, il pallone viaggia a velocità supersoniche schiaffeggiato da piedi divini e da menti lucide sospinte da un cuore enorme.

Un numero 10, il numero della qualità, della fantasia, la maglia numero 10 è da sempre quella più ambita ed ammirata, e quella con l’aquila sul petto la indossa lui, Felipe Anderson, ed al 24^ del st pareggia il conto con un gol poetico, un gol che va filosofeggiato ed inneggiato all’ennesima potenza,quel tiro di mezzo esterno destro che dirige la palla in fondo al sacco con una iperbole che fa somigliare molto il gol ad un tiro da beach soccer.

Noi sappiamo che se il dio del calcio non si distrae aiuta sempre, o quasi sempre i giusti, ed allora si ricomincia a macinare gioco soffrendo comunque gli attacchi viola, la difesa come detto non esiste, c’e’ una fase difensiva quello si, ma una squadra con due ali come terzini si capisce che non ha intenzione di difendere.

Dopo la rimonta si compie il sorpasso, al 27^ del st un grande Marusic s’invola sulla destra con potenza devastante, mette in mezzo una palla divina sospinta del dio del calcio, lo stesso dio che fa compiere un gesto stellare a Luis Alberto che in scivolata anticipa tutti con il destro ed in diagonale uccella per la quarta volta il portiere gigliato.

Apoteosi , è una goduria massima vedere giocare questa squadra pazza ma tanto bella con la voglia di aiutarsi l’un l’altro, si è vista anche la malizia, quella

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